Marco Barbaro

Fuoco Argento e la lacrima dell'unicorno di Silvia Bordon

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Fuoco Argento e la lacrima dell'unicorno di Silvia Bordon - (copertina di Michele Scarpone)

Tarissa Stormbones non è una donna come le altre. Lei è Fuoco Argento, il sanguinario capitano della misteriosa nave pirata Blackstorm. Su di lei alleggia l’ombra inquietante di una tremenda maledizione, che ha cambiato radicalmente la sua vita e quella del fratello Norghe. Un incontro fortuito nella città di Remistiry, voluto dal destino, porterà nelle sue mani l’arcana mappa della Luna Nera e con essa la speranza di spezzare l’anatema, che la tormenta. La Balckstorm salpa, così, alla ricerca del tesoro, ma il cammino non sarà facile, poichè le insidie si celano dietro l’angolo e nell’ombra. Inoltre, ciò che Tarissa troverà a destinazione potrebbe lasciarla letteralmente a bocca aperta…

Scheda
Titolo: Fuoco Argento e la lacrima dell'Unicorno
Autore: Silvia Bordon

Introduzione: Alessandra Frontini
Lato B: La Pasta e Dalla Sabbia di Marco Barbaro
ISBN: 978-88-99147-52-5
Formato: epub, mobi e pdf
Prezzo: 1,99€
Lunghezza a stampa: 88 pagine
Genere: Fantasy
Recensioni: Anobii, Goodreads, Bookville, Booklikes
Text Trailers: Incontri Fortuiti (di S. Bordon)

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L'involucro

di Marco Barbaro

Attorno al grande ponte il bosco si estendeva per almeno una decina di miglia.
Di questo ricordo Jack ne era in qualche modo certo.
Così come era certo che ci doveva esser un punto in cui il letto del fiume si stringeva, e con esso, al contrario, le sue possibilità di ritorno alla vita... precedente si allargavano.
Stanco e sudato Jack sfiorò un'ultima volta la pelle del suo viso.
Gli pareva ancora così recente il momento in cui l'aveva sentita per così dire... diversa.
Impossibile! Pensò tra sé.
Posso averlo realmente vissuto? O è più probabile che abbia perso conoscenza durante il tragitto con Frankie?
E Frankie dove sarà finito? Possibile che abbiamo avuto un incidente lungo il percorso?
Ormai esausto dalle mille domande a cui non sapeva dare una risposta plausibile, Jack si inoltrò per l'ennesimo sentiero, finché scorse un piccolo torrente, dove la vegetazione attorno era rigogliosa e piuttosto incolta.
Devo farla, pensò acquattandosi dietro un arbusto. Ma tra il verde del muschio e il rosso del cappello di alcuni funghi, il suo sguardo attento a qualsiasi movimento sospetto, ricadde su una forma che sbucava appena sotto le foglie.
E questa cosa diavolo è?
Lattice?!
Jack afferrò l'oggetto guardandosi intorno circospetto.
Ciò che aveva tra le mani gli ricordava qualcosa di più spesso di un involucro, o per meglio dire più consistente.
Con due fori regolarmente distanziati proprio in alto, e al centro, quindi due più piccoli alcuni centimetri sotto e infine una specie di taglio a mezzaluna.
Ma non fu tanto questa precisione nelle incisioni ad attrarre la sua attenzione.
Jack portò via con sé l'oggetto, mentre le ombre del bosco ora sembravano ingannarlo e la breve consapevolezza che il ponte fosse vicino si alternava a lunghi momenti di sconforto.
Ebbe tutto il tempo per riflettere su ciò che quello strano artefatto gli ricordava.
Nulla di definito, avrebbe detto, se non fosse stato per via di quei pochi... peli e di quella bruciatura dove a rigor di logica ce ne dovevano esser degli altri. A ricoprire una superficie tonda, che stava comodamente sul palmo di una mano, ma che sembrava proprio adatta a coprirgli interamente il volto...
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Ricordi

di Marco Barbaro

Da dove mi ritrovo ora posso scorgere solo la foresta, i suoi alberi secolari, e delle strane iscrizioni.
Per un tratto a semicerchio perfetto inoltre, di fronte a questa caverna, é come se tutto fosse stato spianato.
Arbusti, cespugli, sassi, alberi...
Ma perché? E da chi?
Non so per quanti giorni io abbia dormito, né chi mi abbia abbandonato in questo anfratto.
Le maschere...
La foresta.
Credo ci sia un legame che va oltre queste parole che echeggiano senza un senso apparente tra i miei ricordi confusi.
Di fronte a me c'é anche un pozzo di cui non riesco a scorgere il fondo.
Oltre di esso ho scorto un'altalena. É in un punto apparentemente irraggiungibile di un albero, ma non so come continua ad oscillare, e il suo cigolare continuo e intermittente mi fa pensare agli spiriti della foresta di cui parlava... Lei.
Non ricordo il suo nome, solo il suo bellissimo volto, le sue labbra gentili.
E' come se qualcuno fosse entrato nei miei ricordi e di fatto avesse annullato parte del mio più recente passato.
Son sicuro che prima o poi troverò un sentiero che mi condurrà... altrove.
Una radura, una strada, un villaggio.
Villaggio?
Questa parola mi ricorda sensazioni contrastanti.
Evoca in me delle immagini piuttosto strane, confuse.
Come il fatto che questo quaderno/diario che ho trovato nascosto dalla vegetazione ai bordi del pozzo, abbia degli strappi piuttosto netti, precisi.
A questo punto non saprei dire il perché, ma non son più così certo di non avervi già scritto qualcosa prima...
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Il Ciondolo

di Marco Barbaro

Frankie rimirò attentamente il ciondolo.
Le sue belle trame dorate e i ghirigori del prezioso metallo, quasi nascondevano la piccola fessura al centro, in cui bastava infilare la punta di uno spillo perché d'incanto apparisse un orifizio conosciuto. Un connettore stereo.
Canaglia di un Jack. Questo gingillo é degno di una spia!
Frankie indossò gli auricolari, ma mentre volgeva le spalle al portone barrato del gigantesco ponte, improvvisamente avvertì dentro di sé un grande senso di vuoto e di angoscia.
Forse perché non sapeva dov'era l'amico o forse perché il silenzio che era calato d'improvviso nella vallata era qualcosa di realmente opprimente.
All'unisono era come se tutti gli uccelli, i grilli, i gufi, i lupi, ma persino lo scrosciare dei torrenti, gli scricchiolii dei rami, e i mille echi della montagna fossero stati zittiti tutti d'un colpo.
Ma chi? O da cosa?
Roba da farmi andar via di matto, pensò Frankie rabbrividendo e soppesando il gioiello.
In quella quiete improvvisa quanto innaturale un trillo, proveniente dalla radio del Grand Cherokee, sembrò riportarlo per un attimo alla normalità.
"Centrale? Siete voi? Qui non ho trovato nulla. Passo."
Dall'altro capo della conversazione seguì una voce disturbata da un suono stridente e assordante.
Qualcosa che lo fece ripiombare in un senso di smarrimento assoluto.
Non tanto per il timbro che senza ombra di dubbi gli ricordava Jack, né tantomeno perché tutto intorno la tetra vallata sembrò rianimarsi subito dopo, guidata da un interruttore invisibile.
Gli parve di udire grida, echi di richiami gutturali, che sembravano voler rispondere alla sua domanda iniziale.
Quasi a burlarsi di lui, che ora tremava senza contegno, mentre ripensava a ciò che gli pareva di avere appena udito tra uno scroscio e l'altro della comunicazione.
"Aiutami Frankie... solo pochi passi per favore... trova un modo per oltrepassare quel ponte..."
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Il Villaggio delle Maschere di Marco Barbaro

Il Villaggio delle Maschere

 Il villaggio delle Maschere di Marco Barbaro - (copertina di Michele Scarpone)

Le misteriose sparizioni portavano tutte alla stessa pista. Un indirizzo, una croce rossa sulla mappa in un punto disperso tra i monti e le vallate della regione.
Poi c'era quel sito particolarmente accattivante: changeyourlife.com
Ma nulla di ciò che era stato già raccolto nelle indagini poteva far presagire a Jack il senso di quel trattato di zoologia, né tantomeno del villaggio, e delle strane usanze dei suoi abitanti.
Trascinato quasi a forza a conoscere i riti e i misteri di una civilità sconosciuta, Jack proverà a capire di più sul mistero che aleggia nel piccolo borgo, dove i suoi abitanti non sono certamente ciò che sembrano, ma dove forse neppure Jack resterà la persona che era prima...

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ISBN: 978-88-99147-23-5

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Ricordi (di Marco Barbaro)