acqua naiade

Il fascino dell'infinito

di Andrea Schiavone

Doveva essere una tranquilla escursione tra amici.
Si rivelò invece il giorno che avrebbe segnato per sempre il mio destino, condannandomi all’immortalità.
Tutta colpa di Giulio, del suo incontenibile entusiasmo, o forse di Francesca, del suo fascino e del magnetismo del suo sguardo a cui non riuscii mai a negare nulla, nemmeno quel viaggio nelle desolate foreste del Cilento.
Ma è inutile trovare colpevoli, perché, dopotutto, le cause che mi spinsero maggiormente verso il fatale incontro furono il mio desiderio d’avventura, la mia istintiva curiosità e la mia debolezza.
Quando ci inoltrammo in quella natura incontaminata, percorrendo i margini del fiume dalle acque limpide e gelate, un’energia sconosciuta incominciò a pervadermi. Si accresceva in me un senso di beatitudine e di terrore al contempo, come il risveglio imprevisto di forze sopite, familiari e incontrollabili.
La visione della creatura avvenne ai piedi dell’incantevole cascata, che in futuro appresi essere chiamata Capelli di Venere dalla gente del luogo. Tra i flutti spumosi e le conche rocciose di quell’oasi sublime, si materializzò ai nostri sguardi stupiti la figura più sensuale mai vista. La sua bellezza nascondeva però un’aura di minacciosa enigmaticità. Sapevo che era lì per uno di noi. Uno soltanto. E la sua voce evanescente e musicale confermò i miei pensieri, soffiandoci il suo invito seducente ad unirci a lei, promettendoci un prezioso, incommensurabile dono che avrebbe reso quell’unione eterna.
La pietra era ai miei piedi, ricoperta di muschio e inumidita dagli incessanti fiotti della cascata. Si sarebbe macchiata ben presto del sangue di Giulio e Francesca. I loro corpi scomparvero all’orizzonte, trascinati dalla corrente quieta del fiume.
La colpa di quel crimine mi perseguita e mi tormenta, come un calvario inevitabile, il prezzo del successo e dell’immortalità. Ma nonostante le mie immense ricchezze e la mia notorietà, so che non riuscirò mai a liberarmi da quella colpa. Un ricordo che sono condannato a non dimenticare mai, nemmeno nell’oblio della morte.

http://www.wizardsandblackholes.it/?q=acquanaiade