La Vita Continua

Non son cose da te'

di Matteo Fraccaro

-Mia cara!-esclamò con enfasi teatrale la signora Westward, non appena l’ottantaseienne Eudora Milkins ebbe fatto la sua comparsa sulla soglia del salottino da tè.
-Buon pomeriggio, Vivienne cara.- le rispose prontamente l’anziana, iniziando ad avanzare a passo malfermo verso il lungo divano in velluto malva dinnanzi a cui l’amica la stava aspettando a braccia aperte.
Le due si scambiarono i soliti bacetti affettati, stringendosi entrambe le mani ma senza nemmeno sfiorarsi le guance, e si sorrisero amabilmente.
-Prego, accomodati pure, cara.- proseguì radiosa la padrona di casa- Ti vedo alquanto affaticata quest’oggi. Sei sicura di sentirti bene?-
La signora Milkins si lasciò affondare delicatamente nel morbido rigonfiamento del divano e trasse un profondo sospiro di rilassamento. Si portò una mano alla camicetta color crema, all’altezza del cuore, e socchiuse gli occhi.
-In effetti in questi ultimi giorni ho il respiro più corto del solito.- disse, placida-Forse è un segnale che il grande momento sta arrivando anche per me.-
Quando riaprì i suoi piccoli occhi verdi, infossati fra le rughe profonde degli zigomi scheletrici, indirizzò le pupille in direzione dell’amica. Un sorriso malizioso le si dipinse in volto.
-Ma dimmi di te piuttosto, cara Vivienne: ti trovo in splendida forma!-
La padrona di casa si sedette all’altro capo del divano. Un sorriso fiammante arcuò le sue labbra rosse, carnose e sensuali.
-Lo credo bene, Eudora cara. Dopotutto fra meno di un mese compirò....dunque, vediamo: ventisei anni?-
Entrambe scoppiarono a ridere di gusto. Tanto che la signora Milkins cominciò a tossire.
-Oh, perdonami.- mormorò Vivienne Westward, alquanto disgustata da quel suono brusco e catarrale-Ti faccio subito portare qualcosa da bere.-
L’anziana signora Milkins trattenne il fiato e si ricompose.
-No, no. Perdonami tu, Vivienne.- ansimò, con un filo di voce- Era da tempo che non ridevo così. E’ evidente che non ci sono più abituata.-
-Oh, ci si riabitua molto in fretta dopo, credimi. A questo e a molte altre cose.- le sussurrò la padrona di casa con fare vezzoso, dopodiché si rivolse alla porta che dava sull’anticamera.
-Consuelo!-chiamò a gran voce.
Una giovane cameriera ispanica fece subito capolino dal corridoio.
-Servi il tè, per cortesia.- incalzò la signora Westward, prima ancora che la ragazza potesse aprir bocca o metter piede nel salottino.
-Ma non aspettiamo anche Molly Hu?- le chiese la signora Milkins, aggiustandosi le maniche della camicetta per nascondere i polsi rachitici.
Del tutto inaspettatamente la sua domanda cadde nel vuoto, rimanendo priva di risposta. Eudora distolse subito le sue attenzioni dai propri polsini e vide che Vivienne stava fissando con sguardo perso il salottino dinnanzi a sé, pieno di pizzi, di marmi policromi e di cristalleria costosa.
-Vivienne?-
La padrona di casa si scosse, riacquistò il suo sorriso di facciata, passò una mano sull’acconciatura per controllare che fosse ancora tutto a posto  e si rivolse di nuovo alla sua anziana visitatrice.
-Sì, cara?-
-Ti vedo pensierosa. Qualcosa ti turba, forse?-
-Oh no. Nient’affatto. Stavo solo pensando, ecco… Alla grande notizia di questi giorni.-
-Notizia? Che genere di notizia?-
-Beh.- tentennò, quasi con imbarazzo –Quello che è successo a Lemuel Plummet due notti fa.-
La signora Milkins sgranò gli occhi.
-Riguardo a cosa, scusa?-
-Ma all’incidente, ovvio! Ti immagini cosa sarebbe successo se non ci fosse stato il Trattamento di Preservazione? A quest’ ora lui sarebbe….-
S’interruppe, rendendosi conto di colpo della sconvenienza di quanto stava per dire.
-Ma che vado a pensare! Meglio lasciar stare questi discorsi lugubri.-  
L’anziana assentì con un deciso cenno del capo.
-Sono pienamente d’accordo, Vivienne. Non sono certo discorsi da tè, questi. Ma prima di cambiare del tutto argomento: tu e tuo marito parteciperete al suo Funeral Party al Teco?-
-Ma naturalmente! Io e Eugenides siamo amici di lunga data di Lemuel e Jennipher. E poi, a dirla tutta, non sto più nella pelle all’idea di rivederlo in una simile circostanza. Innanzitutto voglio chiedergli come si è sentito dopo la Trasfusione. E poi vorrei tanto sapere qualcosa di nuovo su quel testo teatrale a cui stava lavorando, quello su Oliver Cromwell… o era Pol Pot forse…non ricordo molto bene. Dora Warrens non fa che ripetere che si tratta di un copione che rivoluzionerà il genere!-
-Staremo a vedere. Ma ho la brutta sensazione che al Funeral Party, ritrovandosi al centro dell’attenzione di tutti, il nostro caro vecchio Lemuel potrà dedicarci solo pochissimo tempo.- sospirò la signora Milkins rabbuiandosi-Ma il vero problema, mia cara, è che la cerimonia è dopodomani sera…ed io non ho ancora l’abito giusto per l’occasione. Dico, che figura ci farei? Non si tratta certo di un Funeral Party qualsiasi. Stiamo parlando di Plummet! Lemuel Plummet in persona! Uno fra i più grandi scrittori al mondo.-
La signora Westward proruppe in una sonora risata.
-Per questo dovresti proprio chiedere a Molly Hu! Lo sai che lei è molto più esperta di me, in materia di abiti da cerimonia, di Funeral Parties…e dello stesso Lemuel Plummet.-
-Hai ragione, Vivienne cara.- sospirò l’anziana signora Milkins -Anche se, a ripensarci bene, non è che sia poi così importante, dopotutto.-
-Come sarebbe a dire?-
-Beh. In fin dei conti, quando saremo assieme, tu ed io, tutti non avranno occhi che per te. Sarà un po’ come tornare al college. Te li ricordi, quei bei vecchi tempi? Dio! Sei bella come lo eri allora.-
La giovane padrona di casa sorrise con accondiscendenza alla vecchia che le stava seduta accanto. Per quanto a parole avrebbe dovuto contraddirla bonariamente, seguendo le regole impostele dall’etichetta, in cuor suo sapeva benissimo che sarebbe andata esattamente così e la sua insaziabile vanità, anche se solo per un istante, si beò in un orgasmo di infinito piacere.
Il campanello suonò all’improvviso.
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