Dare un volto al peccato

di Chiara Cini

Le dita sottili sfioravano delicatamente la pelle, percependo inclementi i contorni regolari dell'escrescenza.
Non provava dolore fisico, Leila, mentre accarezzava con delicatezza quel piccolo ponfo sotto all'ascella che l'avrebbe portata alla morte.
Ovunque posasse lo sguardo vedeva persone ammalate che, ridotte ad una larva, esalavano gli ultimi respiri. La sua bellezza e la giovane età, l'avevano quasi convinta di essere immune a tanta sofferenza e marcescenza.
Ora che si trovava davanti allo specchio con quel segno così netto sul suo corpo, si rendeva conto invece della fragilità dell'esistenza.
"Ho ancora una speranza, però. Non dovrà saperlo nessuno, altrimenti i miei giorni termineranno prima che il morbo si faccia strada dentro di me”  pensò mentre attendeva l'uomo, il reietto, che avrebbe inciso il male.
Leila non riusciva però a cacciare dalla sua mente la portata di quanto stava per fare. Poteva lei commettere il più grande dei peccati solo per salvaguardare il suo corpo dalla corruzione della malattia? Chi le dava questa presunzione, forse la voglia di vivere in un mondo piagato dal peccato poteva spingerla a commettere l'eresia più grande?
Non morirò... e non succederà niente se non guarderò in faccia il guaritore... farò scivolare appena la mia veste, non gli darò modo di ricordarsi di me, né a me di lui”.
Ma quando sentì bussare alla porta, un brivido di paura la scosse profondamente, spingendola ad agire diversamente.
Se doveva commettere il più grave dei peccati, voleva potergli dare un volto.

http://wizardsandblackholes.it/?q=ilcurandero